Adagiato sulle cortesi e amiche sponde del Metauro, si erge il complesso industriale dell’ex Lanificio Carotti. L’imponenza degli edifici, soprattutto se paragonati al piccolo centro storico di Fermignano, riflette l’importanza che l’opificio ha avuto durante il corso dei secoli per la città che ancora oggi è chiamata “Laniera”.
Il complesso industriale, sorse insieme al Castello di Fermignano ed ha accompagnato fin dai primi giorni le vicende di questo paese, quando furono costruiti il mulino e la cartiera, le cui origini risalgono agli inizi del XV secolo, quando fu iniziata la produzione della carta di stracci sotto l’egida della famiglia Montefeltro.
Nel 1507, dopo un secolo dalla sua costruzione, la cartiera fu donata dal duca Guidubaldo alla Cappella del SS. Sacramento di Urbino affinché la sua rendita servisse a mantenere la Cappella Musicale del Duomo.
Nel corso dei secoli il complesso industriale si espanse e vicino alla cartiera sorsero altri opifici, come ad esempio le filande da seta.
Nella seconda metà del XIX secolo, la cartiera andò in crisi, fino a chiudere i battenti.
Le cause furono molteplici, dalla mancanza di cospicui investimenti sull’innovazione, alle epidemie di Cholera Asiatico, per colpa delle quali fu messa al bando l’importazione e l’esportazione degli stracci, fondamentali per la produzione della carta. La Cartiera fu acquistata insieme agli altri edifici dalla nobile famiglia Albani nel 1870. Gli Albani cercarono di risollevarne le sorti attraverso molti investimenti e accordi col Comune di Fermignano, inoltre si passò dalla produzione carta di stracci a quella di carta paglia. Nonostante questi sforzi, la cartiera cessò di funzionare prima del nuovo secolo.
Il polo industriale comunque continuò a funzionare, gli Albani ne furono i proprietari fino al 1914, anno in cui gli edifici furono acquistati da Augusto Carotti, industriale specializzato nel settore dei tessuti, che trasferì la sua attività da Cagli a Fermignano. Augusto Carotti si concentrò soprattutto sulla produzione della lana ma era attiva anche una filanda.
A metà degli anni quaranta del XX secolo, la famiglia Carotti costruì vicino alla cartiera un imponente edificio di cemento armato a forma di parallelepipedo, nel quale fu spostata la produzione della lana. L’edificio fu costruito in due diversi interventi tra il 1945 e il 1947 e si univa a quello dell’antica cartiera sfondandone una parete.
Il Lanificio Carotti continuò a essere operativo fino alla fine degli anni novanta del XX secolo, quando chiuse i battenti e fu svuotato.
Gli stabili furono acquistati nel 2005 dalla ditta Megawatt, che li trasformò in centrale idroelettrica riattivando tre vecchie turbine e iniziando a produrre energia in modo del tutto etico e rinnovabile.
In seguito alle violente nevicate che investirono l’Italia centrale nel 2012, l’edificio del 1945 crollò a causa del peso della neve accumulatasi sul tetto. Furono danneggiati anche gli edifici più vecchi, compresi quelli della cartiera il cui tetto fu compromesso, tuttavia la centrale idroelettrica continuò a funzionare.
La Megawatt, rimboccandosi le maniche intraprese un’audace piano di recupero dei locali danneggiati, iniziando col restauro dei locali della cartiera.