Orari apertura:
Da martedì a venerdì: 15.30 – 18-30 e da sabato a domenica: 10.00 – 12.00 e 15.30 – 18.30. Chiuso lunedì.
Giovanni Pagliardini
Il territorio comunale di Fermignano annovera due centrali idroelettriche che svolgono l’importante compito di promuovere la transizione energetica, tema di grande rilevanza e attualità. Infatti nello spazio dei pochi chilometri che separano Fermignano dalla gola del Furlo si collocano due industrie che operano per la sostenibilità ambientale, grazie alla produzione di energia rinnovabile senza emissioni di gas serra né di altri inquinanti.
La Fondazione Ex Lanificio Carotti, dopo il volume “Acqua corrente” (2019) dedicato alla Cartiera di Fermignano, rivolge ora la sua attenzione alla gola del Furlo, sede di una diga e di una centrale idroelettrica di proprietà del Gruppo Enel Green Power, un luogo dal paesaggio di rara bellezza e unicità. Lo scopo è quello di valorizzare un territorio che esprime la propria eccellenza nella conservazione delle risorse naturali, nella biodiversità e nel connubio felice con l’economia sostenibile e resiliente nel lungo termine.
La scelta di realizzare un nuovo volume e una mostra fotografica dedicata alla gola del Furlo nasce dalla consapevolezza che la cultura è una componente vitale della società, in quanto ci parla della nostra identità che si rispecchia in profondità nell’ambiente e nel paesaggio, inverando lo slogan di Pesaro capitale della cultura italiana 2024, ovvero «la natura della cultura».
Il desiderio che vorremmo realizzare con la mostra e il libro fotografico “Tra_lucere” è di restituire al nostro territorio un documento che fotografa la bellezza e la straordinarietà di un luogo la cui rappresentazione e descrizione ha comportato una grande sfida, un paesaggio che è simbolo della nostra provincia e che abbiamo il dovere di preservare e di valorizzare.
Ha frequentato l’ISIA di Urbino.
È stato allievo di Michele Provinciali e Halfred Hoennegger
Dal 1986 al 1989 ho lavorato come art director presso l’Agenzia Armando Testa a Torino e Roma.
Dal 1989 lavora come fotografo di scena per il Rossini Opera Festival.
Nel 1990 ho fondato con Fulvia Amati lo studio Amati Bacciardi a Pesaro, dove lavora tuttora come fotografo e art director nel settore del design, architettura, e moda.
Dal 2002 al 2009 è stato docente di fotografia all’ISIA di Urbino.
Contemporaneamente ai lavori su commissione è impegnato
in lavori di ricerca personale.
Principali mostre personali
1988 Salerno Enzo Rosamilia Fotogallery “nudi”
1990 Urbino Rampa Francesco di Giorgio Martini “La città teatro” con Fulvia Amati
1991 Pesaro Sala Repubblica Teatro Rossini “attori dietro le quinte” con Fulvia Amati
1992 Pesaro Sala Lurana Palazzo Ducale “l’opera Prima” con Fulvia Amati
1994 Fermignano Sala Bramante “il cielo sotto”
1995 Pesaro Sala della Repubblica “sguardo d’attore”
1996 Rovigno, Pisino, Albona, Pinguente, “muti lari”
1996 Schio,(Vicenza) Teatro Civico “sguardo d’attore”
1996 Palermo Centro culturale francese “muti lari”
1996 Milano Galleria Agfa. ”Patografia dello spazio”
1997 Riva del Garda Spazio de Pellegrin “muti lari”
1997 Pesaro Auditorium della Maddalena “scenari”
1998 Albacete Sala de exposiciones CMM “La fabrica de la Opera” con Fulvia Amati
1990 La Coruna, Teatro de la Coruna “La fabrica de la Opera” con Fulvia Amati
2003 Galleria Franca Mancini “rencontre rossiniennne” con Fulvia Amati
2007 Pesaro Centro Arti Visive Pescheria “la fabbrica di Rossini” con Fulvia Amati
2014 San Marino RF 64 Spazio Minimo, “Schedario”
2015 Busto Arsizio Convitto Manifattura Eurofotofestival, “ 1:1”
2016 Bibbiena CIFA /Portfolio Italia, “1:1”
2017 Gonzaga ex convento Santa Maria Festival 10×10 “1:1”
2017 Pesaro Musei Civici, “il Rof tra storia e memoria” con Fulvia Amati
2017 Cattolica Galleria Santa Croce “1:1”
2018 Fermignano, Lanificio Carotti. “acqua corrente”
2020 Milano chippendale studio “il bianco brucia il tempo”
2021 Fano Centrale Festival, “il bianco brucia il tempo”
Rossano Baronciani
La gola del Furlo sembra nascondere accuratamente l’intervento del lavoro umano che si manifesta come un’epifania nel suo punto più segreto e nascosto, allorquando si delinea la sua forma simbolica: un taglio verticale aperto dal cielo che sembra dividere i monti, lasciando penetrare bagliori di sole in cui luce e ombra disegnano continuamente forme e colori. Il paesaggio si svela nei mutamenti che i raggi del sole intrecciano con l’oscurità, perché in una gola la luce si diffonde sempre in modo difforme e mutevole, bastano solo pochi minuti per assistere ad uno scenario nuovo caratterizzato da uno sguardo diverso; la gola del Furlo è essenzialmente una ferita di luce.
Le fotografie di “Tra_lucere” chiedono una partecipazione attenta a chi le osserva perché desiderano stimolare il pensiero, là dove è utile ricordare che etimologicamente ‘idea’ significa vedere e dunque ‘vedere con la mente’, pertanto nella fotografia vi è sempre compresenza di pensiero e immagine. Le fotografie pensano l’alterità come termine di confronto necessario con l’autore, che ci invita a dialogare con il suo pensiero ed il suo sguardo, così facendo le fotografie diventano oggetto di indagine interiore prima ancora di essere rivolte verso l’esterno, verso il paesaggio della natura e dell’uomo. Sono immagini che si aprono verso lo stupore e la meraviglia che la gola del Furlo ci regala ad ogni singolo passo.